“I più stimati [Dolcetti] sono quelli d’Ovada e dei suoi contorni..pare che il clima di quelle colline sia il più appropriato alla natura di quest’uva, mentre essa vi matura perfettamente senza che cadano gli acini, come avviene nei paesi meridionali e vi acquista un grado di perfezione a cui non giunge in verun altro luogo.”
G .Gallesio, Pomona Italiana
“Non ha veramente nulla [il dolcetto a Ovada] del Dolcetto delle Langhe..lo si distingue da maggior profumo, maggiore gradazione, maggiore densità e una maggiore possibilità di invecchiamento.”
M. Soldati, Vino al vino
“La materia è tutta lì, in quei grappoli compatti, blu notte, che se li tiri addosso a qualcuno gli fai male. Una grande Barbera (al femminile) non si fa in cantina: in cantina si educa, si perfeziona, si custodisce, con devozione e rispetto, fino al momento magico in cui il tappo suggella quella soddisfazione del lavoro ben fatto che da sempre è la più grande gioia dei piemontesi.”
M. Gily, La Stampa
“In Carpeneto è pure notevole la produzione di Barbera.”
L. Veronelli, da "Epoca"
Nessuna citazione qui, solo un omaggio: il cortese è il vitigno con cui Stefano Bellotti produceva i suoi Filagnotti e Montemarino. Chi li ha assaggiati saprà bene quali siano le potenzialità espressive, la finezza e la longevità che quest’uva permette, quando sia lavorata con rispetto, e con l’attenzione dovuta ai singoli cru. E il nostro percorso con il cortese vuol giusto esser quello.
Freisa e nebbiolo: altre uve rosse di grande tradizione piemontese. E l’albarossa, affascinante incrocio creato negli anni '30 tra barbera e chatus, selvaggio e affilato.